La VI edizione della Giornata Nazionale della Previdenza si terrà a Napoli nella meravigliosa piazza del Plebiscito, il 10, 11 e 12 maggio 2016.
La Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro (GNP), giunta quest’anno alla sesta edizione, si pone l’obiettivo di accrescere la conoscenza dei temi previdenziali e renderli fruibili a tutti, dai più esperti al grande pubblico dei non addetti ai lavori. A fare da filo conduttore all’evento sarà, oltre a quello della previdenza, anche il tema dell’occupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, considerando che “non c’è welfare se non c’è buona occupazione” e che “senza buona occupazione non c’è un welfare sostenibile, né per i giovani e neppure per gli anziani”
Come ogni anno, all’interno della GNP sarà organizzato un ciclo di incontri e workshop dedicati agli investitori istituzionali, nei quali verranno coinvolti i rappresentanti degli investitori istituzionali italiani, gestori e fabbriche prodotto, Advisor, operatori di settore ed ospiti internazionali che daranno il loro contributo al dibattito.
FOCUS INVESTITORI ISTITUZIONALI “Le nuove frontiere dell’asset allocation”
Martedì 10 maggio e Mercoledì 11 maggio
“Le nuove frontiere dell’asset allocation” è il tema cui saranno dedicati i seminari di studio previsti all’interno della GNP 2016, rivolti al pubblico degli addetti ai lavori. I nuovi scenari economici internazionali caratterizzati da bassa inflazione, tassi di interessi al minimo, instabilità geopolitica che spesso si riflette negativamente sui mercati e i mutamenti demografici, impongono agli investitori istituzionali, per definizione “investitori di lungo periodo”, una profonda revisione della loro asset allocation, alla ricerca di un efficace bilanciamento tra rischi assunti e rendimenti attesi; ciò anche in considerazione delle normative europea sugli investimenti a lungo termine e a quella italiana sul credito d’imposta e sui nuovi limiti di investimento. Cambierà il modo di fare banca, il finanziamento alle imprese e quello verso l’economia reale.
Nel corso delle due sessioni di studio e approfondimento programmate si analizzeranno i nuovi approcci maturati a livello di strategie di asset allocation, come quelle basate sui fattori di rischio, e come queste possano essere implementate attraverso asset class di tipo tradizionale o alternativo. Come nella tradizione di questi seminari, i rappresentanti di importanti fondi pensione a livello internazionale condivideranno le loro esperienze con il pubblico. Parteciperanno importanti investitori e gestori, a testimoniare come soltanto attraverso il confronto e la relazione continua tra tutti i soggetti coinvolti nella “filiera dell’investimento” sia possibile implementare strategie efficaci.
Il TFR: meglio in azienda, in busta paga o alla pensione complementare?
Martedì dalle ore 10.30 alle 11 e mercoledì dalle ore 16.30 alle 17 ci sarò anche io nella Sala Libeccio per parlare di Tfr.
Le future pensioni saranno sempre più ridotte. Al lavoratore dipendente spetta la scelta di come assicurarsi una vecchiaia senza problemi. La risposta naturale è la previdenza complementare finanziata con il tfr, la mitica liquidazione. Una comparazione le fra tre opzioni: lasciare tutto in azienda e riscuotere un tfr rivalutato pochissimo, chiedere il tfr in busta paga mensilmente, destinarlo alla previdenza complementare per una pensione più dignitosa, in modo da poter decidere consapevolmente.
CICLO INVESTIMENTI E WELFARE A 360° “Il welfare come motore dell’economia: domiciliarità e servizi alla persona”
Giovedì 12 maggio, Piazza del Plebiscito
La perdurante situazione di fragilità economica che ha caratterizzato gli ultimi 8 anni ha sottolineato l’attualità del cd. “paradosso del welfare”: la crisi economica da un lato conduce ad un crescente bisogno di copertura sociale, mentre dall’altro riduce le risorse a disposizione del welfare pubblico, impedendo, di fatto, al sistema di welfare di assolvere al compito per il quale è stato istituito, sia sotto il profilo del mantenimento del vigente livello di copertura sia, a maggior ragione, con riferimento alla capacità di rispondere in maniera adeguata all’emergere di nuovi bisogni.
Non a caso in ambito UE si è acuita l’attenzione al tema dell’“innovazione sociale”, intesa come movimento di ricerca di nuove forme organizzative per finanziare e garantire prestazioni e servizi in tutta una serie di contesti settoriali, regionali e nazionali, movimento che è presente ormai in alcuni Stati membri stimolato proprio dalla pressione cui sono sottoposti attualmente i sistemi pubblici di welfare. In questo quadro un tema centrale è rappresentato dalla domanda di cura di lungo termine (particolarmente sentito alla luce dell’invecchiamento della popolazione) alla quale sin qui si è data risposta essenzialmente con prestazioni di tipo monetario (esempio classico è l’indennità di accompagnamento) o sanitario “inappropriato”, facendo ricorso all’ospedalizzazione, entrambe soluzioni non efficaci e sicuramente molto costose.
Certamente più appropriata appare la soluzione dell’assistenza domiciliare, ambito nel quale peraltro l’intervento pubblico è decisamente insufficiente sia sotto il profilo della qualità sia della quantità delle prestazioni. Nell’ambito del citato processo di innovazione sociale appare quindi urgente individuare nuove soluzioni di organizzazione dei servizi alla persona che, sfruttando le sinergie fra i possibili diversi attori del comparto e mantenendo come elemento centrale la contrattazione collettiva, consentano risposte adeguate. In questo senso, di particolare interesse appaiono le disposizioni contenute nella legge di Stabilità circa l’utilizzo, ai fini di welfare, del premio aziendale di produttività, anche tramite l’utilizzo dello strumento del voucher, sulla scorta di quanto già da tempo avviene in altri paesi UE.
Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare, hanno pertanto reputato utile condurre un approfondimento sulla materia, sia con il workshop in parola, sia con un quaderno di ricerca nel quale saranno contenuti ed ampliati i temi oggetto dell’incontro, anche in considerazione delle potenzialità che uno sviluppo del mercato dei servizi domiciliari alla persona potrebbe avere sull’occupazione (e, quindi, sull’economia nazionale), in quanto possibile volano di creazione di posti di lavoro qualificati e non delocalizzabili.