Gli investitori istituzionali investiranno meno in azioni quest’anno

Come si stanno preparando gli investitori istituzionali a ribilanciare il loro asset per l’anno appena iniziato? BlackRock lo ha chiesto diettamente a 230 di loro (che rappresentano oltre 7.000 miliardi di dollari di asset) in occasione dell’ “Annual institutional client rebalancing survey”.
Il primo dato che emerge dall’indagine è quello relativo alla preoccupazione: il 56% degli investitori istituzionali intervistati ritiene che l’inversione del ciclo economico sia il primo o il secondo più importante rischio macro che andrà a influenzare i loro piani di ribilanciamento e allocazione degli asset.
Proprio per questo, il 51% degli investitori vuole ridurre l’esposizione alle azioni, contro il 35% dello scorso anno e il 29% del 2017. Il trend è più pronunciato negli Usa e in Canada, dove la percentuale di chi vuole ridurre l’esposizione azionaria si attesta al 68%, contro il 27% dell’Europa continentale.
Nonostante questo, circa un terzo degli intervistati vuole dare impulso alle strategie volte alla ricerca e creazione dell’ “alpha” e il 27% pone un’enfasi crescente su sugli Esg e l’impact investing, soprattutto nell’area del globo Emea (+55%).
Sul fronte dei mercati privati, una quota significativa degli investitori istitituzionali vuole aumentare l’esposizione ai real asset (+54%), al private equity (+47%) e al real estate (+40%).
Le decisioni in termini di allocazione degli asset mutano da regione a regione a seconda delle variabili macro e di mercato. Il 52% degli intervistati statunitensi e canadesi è preoccupato dall’aumento dei tassi di interesse negli Usa, mentre il 46% di quelli dell’area Emea e il 46% di quelli dell’Asia-Pacifico citano l’instabilità geopolitica e le tensioni commerciali come uno dei due principali rischi macro (contro il 20% degli istituzionali statunitensi e canadesi).
Per quanto riguarda il reddito fisso, la migrazione verso il credito privato continua, con il 56% degli intervistati che vuole incrementare le allocazioni in questo senso.  L’incremento dell’esposizione alle durate corte è previsto al 30%, al 27% verso le asset-backed security e al 29% verso i mercati emergenti.
La maggior parte degli investitori istituzionali pensa di lasciare invariata la parte del portafoglio dedicata alla liquidità (cash), anche se si riscontra una leggera tendenza verso l’aumento (il 20% vuole incrementarla, mentre il 15% diminuirla). Nell’Asia-Pacifico il 33% punta a incrementare la liquidità, mentre nell’Europa continentale il 27% vuole ridurla.
I fondi pensione aziendali a livello globalle proseguono nella riduzione del rischio. Il 60% vuole diminuire l’allocazione azionaria e il 48% aumentare quella nel reddito fisso. Il trend è più marcato negli Usa e in Canada (il 77% dei fondi pensione vuole ridurre l’esposizione azionaria e il 67% aumentare quella verso il reddito fisso).
I fondi pensione in questione vogliono, inoltre, accrescere gli investimenti in asset illiquidi, come real asset (+47%), real estate (+35%) e private equity (+36%).
Per quanto riguarda, infine, i gruppi assicurativi, il 66% vuoe aumentare le allocazioni in real asset, il 72% quelle verso il credito privato e il 41% quello verso le asset backed security.
Francesco Colamartino
fonte: citywire.it