La legge di bilancio 2020 ( legge n. 160/2019) sulle pensioni, come sappiamo, ha confermato quota 100, l’ape sociale e l’opzione donna, ha ridato una specie di rivalutazione, pochi spiccioli in sostanza ed ha lasciato aperto i tanti nodi da sciogliere che dovrebbero essere dipanati nei famosi tavoli tecnici previsti fra Governo e Sindacati, sempre che l’Esecutivo sopravviva. Per dimostrare la sua buona volontà il Governo a fianco ai tavoli tecnici di concertazione, il termine è improprio ma giusto per intenderci, ha ripristinato due Commissioni Tecniche di studio sulla gravosità dei lavori al fine di predisporre diverse età di pensionamento a seconda del mestiere che si svolge, ed un’altra sulla separazione della spesa pensionistica da quella assistenziale per stabilire se queste, considerate in modo separato, siano comparativamente più alte o più basse della media OCSE, UE, FMI e organizzazioni varie ed eventuali, tipo S&P ( Standard and Poor) e compagnia cantando, nonché da Itinerari previdenziali, che sembra essere l’unico soggetto italiano, dopo l’Istat a fornire numeri attendibili e le proiezioni giuste in materia. Le disposizioni istitutive di queste Commissioni sono contenute nei commi 474 e 475 della legge di bilancio del corrente anno.
Il Comma 474 così recita: Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro della salute, da adottare entro il 30 gennaio 2020 ( staremo a vedere), è istituita una Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni, anche in relazione all’età anagrafica e alle condizioni soggettive dei lavoratori e delle lavoratrici, anche derivanti dall’esposizione ambientale o diretta ad agenti patogeni.
Il successivo comma 475 invece stabilisce: Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituita una Commissione tecnica di studio sulla classificazione e comparazione,a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali.
Sono commissioni utili ma di facciata, giusto per far vedere. Infatti sono la riproposizione di quelle già istituite con i Comma 155 e 158 legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018) e che non hanno mai visto la luce e non poteva essere diversamente, a prescindere dalla volontà politica di metterle in piedi. Infatti il primo velleitarismo ( cioè la presa in giro) è costituito dalla data di emanazione del decreto istitutivo, che deve passare al vaglio di due ministeri, prima di approdare a palazzo Chigi , cioè la data del 30 gennaio 2020, che è fra quindici giorni. Anche ai non esperti di procedure burocratiche, sa che in tempi ordinari “i concerti” fra le PPAA sono poco sinfonici. Poi devono partire le richieste alle parti perché indichino i componenti, questi faranno ressa per essere nominati a prescindere dalla gratuità dell’incarico perché si tratta di persone che comunque un lavoro ce l’hanno ed una medaglietta per qualche successivo incarico ( remunerato) non fa mai male.
Ammesso che siano istituite e svolgano i loro compiti presentando le conclusioni al Parlamento nei tempi previsti, bisognerà vedere come le conclusioni delle commissioni si raccordano con gli eventuali tavoli tecnici governo – sindacati oppure quest’ultimi saranno sussunti dalle Commissioni, tutte cose da chiarire ed intanto il tempo passa.
Più realisticamente mentre le Commissioni che questa volta è prevedibile la loro istituzione anche se non nei tempi previsti, queste discetteranno sui massimi sistemi, i tavoli governo sindacati affronteranno i temi più concreti ed immediati, quali la modifica di quota 100, il ridisegno dell’ape sociale, la detassazione delle pensioni per dare lo stesso beneficio previsto per l’attivazione della riduzione del cuneo fiscale e la pensione contributiva di garanzia per i giovani ( con annesso collegamento alla pensione di cittadinanza), nonché la estensione della 14 mensilità a tutti i pensionati. Intanto su tavolo è stata già buttata la richiesta del pensionamento per tutti a 62 anni, facendo elegantemente ricordare cosa sta succedendo in Francia sulla loro riforma delle pensioni.