Aderire al fondo pensione? Molto più di una scelta “solo” previdenziale

Ormai da anni si dibatte delle conseguenze che i mutamenti nel mercato del lavoro hanno prodotto e produrranno per una consistente parte della popolazione. Nondimeno, la pandemia che ha colpito in modo violento anche l’Italia.

All’interno di un quadro nel quale si è fatto ampio utilizzo di ammortizzatori sociali, ristori e soprattutto di bonus, ci si è però dimenticati, ancora una volta, del ruolo che gli investitori istituzionali, e in particolare i fondi pensione, svolgono per il Paese. A tutti i livelli ci si dimentica forse troppo spesso dell’importanza, oggi più di ieri, di divulgare e far capire soprattutto ai più giovani l’importanza di dotarsi di una copertura previdenziale aggiuntiva. Proprio perché quella che oggi viene chiamata flessibilità del lavoro, e che spesso corrisponde a precarietà soprattutto nei primi impieghi, rischia di compromettere i nastri contributivi dei lavoratori e riduce in prospettiva l’entità della futura pensione pubblica, che necessiterà quindi sempre più di essere integrata.

Le prestazioni non pensionistiche
Ma non solo prestazioni finali appunto. I fondi pensione, nell’ambito del loro ruolo, erogano anche prestazioni intermedie, di cui non si parla abbastanza. Anticipazioni e riscatti sono infatti soluzioni a disposizione dell’aderente e che possono accorrere in “aiuto” del lavoratore in diversi momenti della sua vita e per differenti esigenze. Solo questo potrebbe bastare a spingere un maggior numero di lavoratori ad aderire alle forme di previdenza complementare, almeno versando il proprio TFR. Invece, complice anche una ancora contenuta educazione finanziaria e previdenziale, sono ancora molti coloro che optano per mantenere il Trattamento di Fine Rapporto in azienda. A proposito delle prestazioni intermedie richiedibili, vi sono alcuni punti che è forse utile mettere in luce.
Il primo è certamente quello fiscale. Infatti, oltre alla prestazione che si riceverà una volta maturati i requisiti per accedere alla pensione, che verrà tassata secondo un’aliquota che va da un massimo del 15% fino a un minimo del 9% (decresce di 0,3 punti percentuali ogni anno successivo al 15esimo anno di iscrizione al fondo), l’accesso ad alcune forme di anticipazioni è effettivamente conveniente dal punto di vista tanto della flessibilità di utilizzo quanto della tassazione. Nel caso di TFR mantenuto in azienda, va invece ricordato che a fine carriera o in caso di licenziamento/dimissioni verrà tassato in base alle aliquote IRPEF. Se allora, tipicamente, gli ultimi anni di carriera sono quelli dove si percepisce il reddito più elevato, si vedrà applicata una tassazione più elevata anche sul TFR erogato. Nel fondo pensione succede esattamente l’opposto: maggiore è il tempo di permanenza dell’aderente minore sarà la tassazione che graverà sulla prestazione finale (TFR incluso).

Oltre a questo è poi utile approfondire le più importanti prestazioni non pensionistiche richiedibili al proprio fondo, di cui si riporta in figura anche il confronto con quanto accadrebbe se, per situazioni analoghe, si richiedesse invece lo smobilizzo del TFR mantenuto in azienda.
a) Nel caso di spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni che necessitano di terapie e interventi straordinari che riguardano l’iscritto o i suoi familiari (coniuge e figli), può essere fatta richiesta in qualsiasi momento, per un importo non superiore al 75%, della posizione pensionistica maturata nel fondo, che evidentemente comprenderà anche il TFR versato al fondo stesso. Sull’importo erogato è applicata una ritenuta a titolo definitivo pari al 15%, ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il 15esimo anno di partecipazione complessiva alle forme complementari, per un massimo di 6 punti percentuali, quindi fino a un minimo complessivo del 9%.
b) Per l’acquisto della prima casa per l’iscritto o per i figli oppure per “interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia” relativi alla prima casa di abitazione dell’iscritto o dei figli, decorsi almeno 8 anni di iscrizione al fondo, è possibile chiedere un’anticipazione fino al 75% della posizione pensionistica maturata. Sull’importo erogato verrà applicata una ritenuta a titolo d’imposta del 23%.
c) Per ulteriori esigenze degli aderenti l’anticipazione può essere richiesta fino al 30% della posizione pensionistica con tassazione identica al caso precedente decorsi almeno 8 anni di iscrizione.
Oltre a questo, eventualità che viene preclusa in caso di mantenimento del TFR in azienda, è possibile reintegrare, a scelta dell’aderente e in qualsiasi momento, le anticipazioni mediante contribuzioni annuali anche eccedenti il plafond dei 5.164,57 euro sempre in esenzione di imposta.

Niccolò De Rossi
Fonte: ilpuntopensionielavoro.it