I cambiamenti demografici un’opportunità per la silver economy

Per silver economy si intende quel segmento di economia che ha per oggetto le cosiddette pantere d’argento, cioè coloro i quali hanno ormai i capelli bianche, se non sono calvi e sono al centro dell’attenzione fin da quando il bilanciamento fra nati e defunti ha mostrato un’inversione di tendenza.

L’Italia è destinata a soccombere per i cambiamenti demografici in atto?

Forse non è proprio così. Per avere un’idea del fenomeno bisogna vedere alcuni numeri. Secondo il rapporto Censis del 2019, “la Silver Economy e le sue conseguenze”, i numeri della demografia sono implacabili perché in dieci anni nel nostro Paese si hanno:

+1,8 milioni di persone con almeno 65 anni – cifra che è pari alla somma degli abitanti di Napoli e Torino –, e +1 milione e oltre di persone con 80 anni e più, pari alla somma degli abitanti di Palermo e Firenze; -1,5 milioni di giovani fino a 34 anni, cifra che è pari alla somma degli abitanti di Milano e Trento. E -23,7% è il dato sulle nascite, certificandone la caduta in picchiata.

Le previsioni per il 2051 annunciano che dagli attuali 13,7 milioni di anziani, pari al 22,8% del totale della popolazione, si passerà a 19,6 milioni, per una incidenza sul totale della popolazione che sarà pari al 33,2% e un incremento percentuale del +42,4%, mentre la popolazione marcherà -4,1%. Questo numeri ci possono disegnare uno scenario in cui le pensioni diventano scarsamente sostenibili, perché ci saranno più pensionati da pagare e meno lavoratori che versano i contributi per poterle pagare, una spinta crescente sul sistema sanitario, che epidemie e pandemie a parte, dovrà sostenere l’aumento esponenziale dei malati cronici nonché dei non autosufficienti.

Degli attuali 13,7 milioni di persone con almeno 65 anni, oltre 2,8 milioni sono quelli non autosufficienti: essi rappresentano il 20,7% degli over 65, l’81% del totale dei non autosufficienti in Italia.

Ma il quadro può non essere così fosco se lo inquadriamo da un’altra angolazione.
Secondo Itinerari Previdenziali, L’aumento del numero degli over 60, la loro buona disponibilità economica e la crescita della domanda derivante dalle trasformazioni nei loro bisogni e desideri fanno della Silver Economy una grande opportunità di mercato. Ma poi essi sono un volano per tutta una serie di servizi sociali.
La maggior parte dei 60enni non è panchinara, nel senso che non passa il tempo sulle panchine dei giardinetti o non si interessa solamente del babysitteraggio dei nipoti, ma mantiene una residua capacità di guadagno che oltretutto contribuiscono, oltre dal punto di vista meramente economico ad un benessere psicofisico.
La Silver Economy rappresenta una grande opportunità anche per il settore assicurativo: l’esperienza del cliente è infatti in forte evoluzione e coinvolge tutte le fasi della sua vita. COVID-19 ha potenziato l’interesse verso forme di protezione e di tutela tra cui la salute, la previdenza, la qualità della vita.

Secondo l’Osservatorio Sanità UniSalute il 36% degli italiani non ha una copertura sanitaria ma la vorrebbe; inoltre, le visite specialistiche e le cure dentarie sono le due coperture più desiderate. Le Compagnie di Assicurazione dovranno quindi evolvere l’offerta di soluzioni di protezione intercettando i bisogni in ottica di life-cycle, sviluppando prodotti flessibili e modulari che possano essere ritagliati a seconda delle esigenze specifiche che si manifestano nei diversi periodi della vita.

Un ruolo cruciale avranno anche un pacchetto di servizi offerti assieme (in bundle )all’offerta assicurativa: non più solo rimborsi per i danni subiti, ma servizi integrati sui bisogni più importanti di protezione e risparmio dedicati alla prevenzione alla cura, all’assistenza, al benessere.
Un ruolo particolare dovrà essere svolto dalla Sanità che dovrà attuare le famose Case di Comunità e sviluppare l’assistenza domiciliare anche dal punto di vista socio psicologico riguarda al benessere collegato alla qualità della vita. Per esempio non più Case o centri per anziani, ma case di quartiere dove giovani meno giovani ed anziani possono ritrovarsi.