Aumentano i pensionati baby nel Pubblico impiego

Le pensioni della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) vigenti al primo gennaio 2024 sono 3.137.572, lo 0,9% in più rispetto all’anno precedente (3.107.983 pensioni), per un importo complessivo annuo di 90.129 milioni di euro, l’8,2% in più rispetto al 2023, in cui l’importo risultava di 83.318 milioni di euro. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Pensioni Dipendenti Pubblici, pubblicato il 30 maggio 2024 sul sito istituzionale dell’INPS.

 Nel dettaglio, il 58,9% delle pensioni sono di anzianità o anticipate, con importo complessivo annuo pari a 58.921 milioni di euro;  solo il  14,6% sono pensioni di vecchiaia con importo complessivo annuo di 15.047 milioni di euro; le pensioni di inabilità sono il 6,3% e il restante 20,2% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti.

 Il 59,7% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato a donne, contro il 40,3% erogato a uomini. In tutte le categorie di pensione, eccetto la categoria delle pensioni di inabilità, si rileva una maggior presenza di pensionate sui pensionati.

Il maggior numero delle prestazioni è concentrato nelle regioni settentrionali con il 41% del totale nazionale, seguito dal 36,5% delle prestazioni erogate al Sud, isole comprese. Al Centro il valore minimo, con il 22,3%.

Sfatando un luogo comune il 39,7% della spesa pensionistica dei dipendenti pubblici viene erogata nell’Italia settentrionale, contro il 36,5% dell’Italia meridionale ed isole ed il 23,6% dell’Italia centrale.

 Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio rispettivamente con l’11,9% e l’11,2% del totale, seguite dalla Campania (9,4%) e dalla Sicilia (8,4%).

Le pensioni ai superstiti rappresentano il 30,4% del totale come numero e il 18,2% come importo. Infine, le pensioni di vecchiaia sono il 22,1% come numero e il 25,8% come importo e quelle di inabilità sono di poco superiori al 3% sia nel numero sia nell’importo.

Inoltre, le pensioni ai superstiti erogate alle donne rappresentano il 22,7% del totale mentre quelle erogate agli uomini sono il 7,6%.