Per un reale rilancio dei fondi pensione occorre combinare pensione di scorta e la tutela salute

Per far crescere la previdenza complementare occorre un nuovo semestre di silenzio assenso sull’adesione ai fondi pensione. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al Giorno della Previdenza, che ha chiuso la tre giorni del Festival delle Assicurazioni organizzato da MF-Milano Finanza. Un provvedimento che potrebbe essere già previsto nella prossima legge di Bilancio, come è emerso durante l’evento, e in base al quale tutti i lavoratori (non solo i neo-assunti) verrebbero chiamati di nuovo (come nel 2007) a comunicare di non volere aderire al proprio fondo pensione di categoria, altrimenti saranno automaticamente iscritti. Il bacino da cui attingere è in particolare quello dei lavoratori delle piccole e media imprese, considerando che se il tasso di adesione alla previdenza complementare da parte delle grandi imprese è in media dell’89%, per quelle che hanno meno di 49 dipendenti crolla a circa il 6-7%. Di fatto i grandi esclusi dal silenzio assenso del 2007.
Gli ostacoli strutturali alla previdenza complementare
In un sistema pensionistico come quello italiano, sempre più sotto pressione a causa dell’invecchiamento demografico, la previdenza complementare può rappresentare una soluzione strategica anche se non risolutiva per garantire il benessere futuro dei lavoratori. Purtroppo, però, ancora troppe poche persone aderiscono. Si parla di un tasso di adesioni del 35% «laddove un Paese come l’Italia dovrebbe toccare quota 75-80%. E guardando agli under 35 il quadro è ancora peggiore: le iscrizioni sono al 18%.
Combinare pensione di scorta e la tutela salute
Il costo della sanità in Italia ha raggiunto quota 176 miliardi, di cui 130 relativi al servizio sanitario nazionale. Che però non bastano, «tanto che i cittadini versano di tasca loro 40 miliardi l’anno». Una cifra di cui appena 5 miliardi sono intermediati da fondi, assicurazioni o mutue. Per questo è ancora più importante introdurre sempre di più l’assistenza integrativa nei pacchetti di benefit ai dipendenti. Per le casse professionali la combinazione tra previdenza complementare e tutela della salute rappresenta una risposta efficace alle esigenze degli iscritti, soprattutto in un periodo di forte cambiamento del mercato del lavoro.
fonte: assinews.it