Approvato l’emendamento Ddl Concorrenza: I fondi pensione destineranno almeno il 5% nelle startup

Dopo dodici anni dalla legge sulle Startup Act, con l’approvazione di un emendamento al disegno di legge sulla Concorrenza, si interviene sulle norme relative alla startup innovative.

Nel linguaggio corrente sentiamo spesso parlare di Startup, termine con il quale è possibile riferirsi in realtà a più situazioni.

In termini letterali quando si parla di startup si fa normalmente riferimento a imprese in fase di sviluppo con progetti innovativi da alimentare.

Il legislatore ha individuato una particolare figura di startup, definita “innovativa”, la cui disciplina è stata introdotta dal DL Crescita 2.0 del 2012 e che prevede un particolare regime agevolato. Di solito le startup hanno bisogno  inizialmente  di capitali da investitori privati. Da qui il coinvolgimento dei fondi pensione.

Tra le novità più importanti c’è il coinvolgimento dei fondi pensione nel sostegno al venture capital e alle startup tecnologiche italiane. Non solo, le startup innovative non potranno più occuparsi di attività di agenzia e consulenza, per quello potranno iscriversi al registro delle PMI innovative. Ancora, i privati che investiranno in startup, nei primi tre anni potranno godere di una detrazione fiscale incrementata al 65%, e l’eventuale fallimento della startup non produrrà più la perdita della detrazione. Inoltre, la permanenza nel registro delle startup innovative, viene prolungata da cinque fino a nove anni.

Fondi pensione a sostegno delle startup

I fondi pensione e le casse previdenziali private destineranno almeno il 5% del portafoglio investito in fondi di venture capital entro il 2025, quota che salirà al 10% dal 2026. Questo requisito è condizione necessaria per mantenere l’esenzione fiscale sul capital gain (26%). In altre parole, una parte significativa del risparmio previdenziale sarà indirizzata verso settori strategici dell’economia reale, come imprese produttive, infrastrutture e startup innovative. Questa norma spingerà i fondi pensione a investire in venture capital, aumentando così i finanziamenti alle startup innovative. Infatti, i fondi pensione, per poter mantenere le esenzioni fiscali attualmente previste, dovranno investire in Fondi per il venture capital almeno il 5% degli investimenti qualificati dell’anno precedente, quota che dovrà salire al 10% a partire dal 2026. Questo significherà risorse in più per le startup in un contesto in cui, molte imprese soffrono di una carenza di risorse economiche e di finanziamenti.