Alla Corte costituzionale il taglio della perequazione sulle pensioni.

All’inizio del nuovo anno, precisamente il 29 gennaio del 2025, la Corte Costituzionale esaminerà due ricorsi contro il taglio della perequazione delle pensioni. Sono ricorsi fatti dalla Corte dei Conti della Toscana e della Campania presentati da due ex presidi della scuola che si sono ritrovati con la perequazione decurtata.

La Suprema corte dovrà contemperare due cose: da una parte i conti pubblici da salvaguardare dall’altra parte, il taglio delle pensioni sulla quale la Corte sarà chiamata ad esprimersi non solo sulla legittimità del taglio ma anche sull’effetto “trascinamento” per cui la pensione resterà sempre più bassa in quanto la misura non è temporanea ma diventa definitiva in quanto i futuri aumenti perequativi saranno sempre  applicati  su una pensione più bassa per effetto della pequazione decurtata.

Secondo i ricorrenti il taglio va contro gli articoli 36 e 38 della costituzione in quanto la pensione è una retribuzione differita, non è una prestazione assistenziale. I tagli vanno aldilà dei principi di ragionevolezza e temporaneità, visto che vanno avanti da più di vent’anni e consiste generalmente in tagli non proporzionali  calcolati per fasce di reddito, come avvenuto nell’ultima finanziaria, quella del 2024.