La Maggiorazione del montante contributivo INPS può essere un colpo alla previdenza complementare

E’ passata quasi sotto silenzio una importante innovazione sulla pensione pubblica, cioè la possibilità data ai giovani assunti per la prima volta dal gennaio 2025, di poter aumentare il proprio montante contributivo come previsto dall’ art. 1, commi da 169 a 170 della finanziaria 2025.

Il calcolo contributivo della pensione in Italia è stato introdotto dalla Legge 335 del 1995, conosciuta anche come Legge Dini. Questa legge ha riformato il sistema pensionistico obbligatorio e complementare, introducendo il calcolo contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996.

Il calcolo contributivo della pensione è un sistema utilizzato per determinare l’ammontare della pensione basato sui contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la sua carriera lavorativa. In Italia, questo sistema è stato introdotto dalla riforma Dini del 1995 e si applica principalmente ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996.

Ecco come funziona in sintesi:

1. Montante Contributivo: Durante la carriera, ogni anno, una percentuale della retribuzione (l’aliquota contributiva) viene accantonata per formare il cosiddetto “montante contributivo”.

2. Rivalutazione: Il montante contributivo viene rivalutato annualmente in base alla crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) nominale.

3. Coefficiente di Trasformazione: Al momento del pensionamento, il montante contributivo accumulato viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che dipende dall’età del lavoratore al momento della pensione. Questo coefficiente è utilizzato per convertire il montante in una rendita annuale.

 La Legge bilancio 2025 -legge 30.12.2024 n. 207 consapevole dell’importanza di avere un “buon “ montante contributivo, dà la possibilità da oggi in poi di poterlo incrementare. Ma può avere delle implicazioni negative sullo sviluppo della previdenza complementare.

La legge 335/95 consapevole che il nuovo sistema di calcolo fondato essenzialmente sui contributi versati durante tutta la vita lavorativa, avrebbe diminuito e di molto l’importo delle future pensioni, contestualmente puntò sul rilancio della previdenza complementare del mantenere gli importi pensionistici su livelli adeguati. Per il finanziamento della pensione di scorta sono stati messi in campo:

  • l’utilizzo del Tfr
  • il contributo del datore di lavoro (1%)
  • il contributo del lavoratore (dall’1% al 3% attualmente
  • i rendimenti degli investimenti delle risorse di cui sopra nei mercati finanziari
  • incentivi fiscali.

Di fronte a questo scenario i lavoratori sono stati frenati prevalentemente dal fatto che la scelta di adesione alla complementare è irreversibile e alla rinuncia del Tfr.

Ora la possibilità di aumentare volontariamente il proprio montante contributivo scioglie questo nodo e fornisce ai nuovi assunti, quelli nati nel 2000 di poter aumentare tranquillamente il proprio montante e, per quelli che avranno la fortuna di percepire buoni stipendi, di poter fare entrambe le cose, cioè aumentare il proprio salvadanaio Inps e iscriversi ad un fondo pensione.

Infatti la nuova norma dice :

  • Per i soggetti iscritti alle forme pensionistiche obbligatorie e privi di anzianità contributiva pensionistica al 1° gennaio 2025, viene riconosciuta la possibilità di incrementare il proprio montante contributivo individuale maturato durante la carriera lavorativa, attraverso l’applicazione di una maggiore aliquota contributiva pensionistica non superiore al 2 per cento. La maggiorazione può essere applicata solo successivamente al conseguimento dell’età corrispondente al requisito generale anagrafico per la pensione di vecchiaia attualmente pari a 67 anni. La quota di trattamento derivante dall’esercizio della suddetta opzione non concorre al raggiungimento degli “importi soglia” posti come condizione per il conseguimento della pensione di vecchiaia e della cosiddetta pensione anticipata nel sistema contributivo integrale ed è deducibile nella misura del cinquanta per cento.

E non si esclude che per il futuro questa possibilità sia estesa anche a tutti quelli che hanno cominciato a lavorare dal gennaio 1996.