Il Comitato di Vigilanza Inps, dalla verifica sul 2023, vede un Istituto sempre attento agli utenti

La Relazione di verifica, introdotta da quest’anno nel regolamento del CIV, (Comitato di Indirizzo e Vigilanza), rappresenta lo strumento con cui il Consiglio valuta la rispondenza delle attività complessivamente svolte dall’INPS rispetto alle linee di indirizzo e agli obiettivi strategici contenuti nei suoi atti di programmazione.
Nuove tecnologie e risorse umane
Rispetto al 2023 la Relazione evidenzia l’attenzione rivolta dall’Ente all’innovazione tecnologica, anche attraverso le opportunità offerte dal PNRR (108 servizi rilasciati) per migliorare le interazioni con l’utenza e digitalizzare i servizi.
Con la costituzione, all’interno del portale INPS, di sezioni dedicate a specifiche tipologie di utenti (Portale delle famiglie, Portale della Disabilità) è stata consentita una più agile consultazione dei servizi offerti ai diversi target d’utenza, al fine di garantire una tutela più completa al cittadino, cogliendo anche eventuali diritti inespressi.
La linea di fondo è sempre quella dell’inclusività, facilitare cioè l’utilizzo dell’innovazione tecnologica senza creare ostacoli nell’accesso ai servizi da parte dei cittadini a causa del divario digitale. Obiettivo nobile, ma più si semplifica, più il modello diventa “intuitivo” più diventa complicato utilizzare il portale anche per i mediamente acculturati.
Per svolgere meglio i suoi compiti istituzionali l’Inps ha fatto oltre 4.500 assunzioni in un anno che se da un lato aumenta il personale, dall’altro si richiede un aumento della formazione.

Nel corso del 2023 l’Istituto ha individuato un punto unico di gestione della rilevazione della Customer Satisfaction (Gradimento dell’utenza rispetto ai servizi richiesti). Vedremo quando saranno pubblicati i risultati!
Parallelamente si sta rafforzando l’attività di studio e di ricerca su importanti target, come i divari di genere, le retribuzioni, la distinzione fra spesa e prestazioni previdenziali e assistenziali: temi di estremo interesse richiamati in fase programmatica dal CIV.
Nel corso dell’anno, inoltre, l’Istituto è stato ingaggiato nel gestire il passaggio dal “Reddito di cittadinanza” alle nuove prestazioni ADI e SFL, nonché nella realizzazione del Portale SIISL per favorire le politiche attive del lavoro.

Interventi specifici, che hanno coinvolto direttamente i Comitati centrali e territoriali, hanno permesso di ridurre drasticamente (del 37%) le giacenze relative al contenzioso amministrativo.

Permangono, e anzi tendono a crescere, i costi a carico dell’Istituto nella gestione del contenzioso giudiziario.

I miglioramenti contengono ancora diversi elementi critici, fra essi si evidenziano:
Tempi di attesa eccessivi per le invalidità civili, specie se coinvolgono le ASL i tempi variano da 40 a 260 giorni a seconda del territorio dove si fa la domanda. sovente per carenza dei medici anche se l’Istituto sta procedendo all’assunzione di altri medici, agendo anche sull’organizzazione.
Permane un ritardo nell’aggiornamento del conto assicurativo per i dipendenti pubblici, che determina rallentamenti nell’erogazioni delle pensioni, rischi di perdita di contribuzione. Parallelamente si registrano strozzature nella liquidazione del TFR e del TFS sempre per i lavoratori pubblici, in parte derivanti da leggi che andrebbero cambiate oltre a problematiche organizzative interne.

Si conferma il tema dei crediti inesigibili, rispetto ai quali si renderebbe necessaria una diversa lettura normativa e una differente regolamentazione interna per rendere più attendibile la rappresentazione della situazione patrimoniale dell’Istituto.
Con riferimento al patrimonio immobiliare dell’INPS, considerando la bassa qualità o la complessità della gestione del patrimonio residuo, è opportuno prevedere un intervento finalizzato anche al recupero sociale dei beni rimasti con la partecipazione dei territori.
Il CIV, infine, ha posto una particolare attenzione al superamento delle differenze fra le sedi del nord e quelle del restante territorio, in termini di tempi e di qualità dei servizi erogati, così da permettere ai vari interlocutori (assicurati, pensionati e aziende) parità di trattamento nell’accesso ai servizi.