L’Intelligenza artificiale colma il vuoto delle nascite, ma non salva le pensioni

Da qui a dieci anni, l’IA potrebbe svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio dell’Intelligenza Artificiale della School of management del Politecnico di Milano.
Con il famoso deserto demografico previsto a partire già dal 2033, si calcola a quella data una mancanza di circa 5 milioni e mezzo di lavoratori, di cui 4 milioni potrebbero essere sostituiti in maniera indolore con l’Intelligenza Artificiale, secondo le previsioni del Politecnico, ma come facciamo per il milione e mezzo di posti non coperti che servono a mantenere in equilibrio il Sistema pensionistico?
Questa è la vera domanda.
Quando negli anni 80 del secolo scorso cominciarono a comparire i primi terminali, ma non ancora i Pc, e dagli uffici cominciavano a scomparire le calcolatrici, già allora si porse lo stesso problema ed ingenuamente fu proposto di far pagare i contributi previdenziale ad ogni terminale installato in azienda. Fortunatamente il mercato del lavoro si adeguò all’evoluzione tecnica, si creò il mercato degli informatici, quelli per gli hardware e quello dei software e non sorse nessun problema. Ma ora il problema si può riproporre ed occorrerebbe pensarci fin da ora.

Abbiamo visto tutti che la previdenza complementare non è la soluzione, è un aiuto a chi già potrà vantare i titoli (ed i contributi) per una pensione ordinaria, ma il vuoto creato da chi non nasce può annullare qualsiasi ipotesi di futura pensione.
La Germania in questo senso si è mossa per tempo istituendo un fondo di garanzia che dovrebbe trovare la sua completa realizzazione proprio verso il 2030. Una pura coincidenza. Diamoci un’occhiata come inutilmente ho proposto qualche altra volta.
Il governo tedesco infatti pensa di salvare le pensioni ricorrendo al mercato dei capitali. All’inizio di gennaio il ministro delle Finanze tedesco ha presentato un progetto che prevede investimenti di almeno dieci miliardi all’anno sul mercato finanziario internazionale per i prossimi quindici anni, al fine di realizzare un fondo con cui assicurare la stabilità delle pensioni. Si tratta in sostanza di passare dal modello puramente sociale basato sui contributi ad un modello che lega l’importo delle pensione ai mutamenti e ai rendimenti dei mercati finanziari attraverso la costituzione di un fondo il “Generationenkapital” finanziato con denaro pubblico e contributi dei fondi pensione aziendali.