8 marzo, festa delle donne?

Come ogni anno si celebra la festa della donna, fra lo scempio delle poche mimose sopravvissute al rigido freddo di questi giorni ( e quindi un mazzetto cosa caro e amaro) e tutti a inneggiare l’altra metà del cielo. Una pausa di retorica, di lotta, di convinte celebrazioni. Ma le donne non sempre sostanzialmente hanno gli stessi diritti degli uomini.
Nel campo previdenziale, le donne subiscono interruzioni di carriera più frequenti e spesso non tornano a lavorare a tempo pieno o non tornano proprio. Guadagnano quindi in media il 16% in meno all’ora rispetto agli uomini; su base annuale il divario raggiunge addirittura il 31%, considerando che il lavoro a tempo parziale è molto più diffuso tra le donne». Poichè le donne percepiscono una retribuzione oraria inferiore e accumulano un minor numero di  contributi rispetto agli uomini anche le loro pensioni sono ridotte. Di conseguenza, tra gli anziani vi sono più donne in stato di povertà rispetto agli uomini».
Ancora oggi le responsabilità familiari non sono equamente condivise. Le risposte per attuarle  sono timide e titubanti. La legge di stabilità 2016  per esempio ha introdotto due giorni di congedo parentale obbligatorio per gli uomini più due facoltativi da fare entro e non oltre il 5° mese di vita del bambino.  La legge 11 dicembre 2016, n.232 (c.d. legge di bilancio 2017) ha prorogato i congedi obbligatori per i padri lavoratori dipendenti anche per le nascite e le adozioni/affidamenti avvenute nell’anno solare 2017. Il congedo obbligatorio è pari a due giorni da fruire, anche in via non continuativa, entro i cinque mesi di vita o dall’ingresso in famiglia o in Italia.
Inoltre da gennaio è in vigore il bonus bebè  per  nascita o ‘adozione di minore dell’importo di 800 euro. Il bonus, non concorre alla formazione del reddito
ed è corrisposto dall’INPS in unica soluzione, su domanda della futura
madre, al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione.
L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) è un organismo autonomo dell’Unione europea (UE), istituito per sostenere e rafforzare la promozione dell’uguaglianza di genere, compresa l’integrazione di genere in tutte le politiche comunitarie e le politiche nazionali che ne derivano, e la lotta contro discriminazioni fondate sul sesso, nonché per aumentare la consapevolezza della parità di genere cittadini dell’UE. Ulteriori informazioni possono essere trovate sul sito dell’EIGE.
La rete tematica di giornalista (JTN) coordinata da EIGE organizza incontri semestrali con i giornalisti, esperti di comunicazione e funzionari che lavorano con le campagne di tutta Europa, per creare strategie di forte impatto e di idee per superare le differenze di genere. Allo stesso tempo, il JTN è un potente strumento per la diffusione diffondere messaggi dell’Istituto europea per l’uguaglianza di genere . Il JTN coinvolge attivamente gli esperti e assiste EIGE con un feedback prezioso.
Il gap di genere sulle pensioni in Europa
Le disuguaglianze nell’accesso alle risorse economiche in età avanzata sono immense, e le donne pensionate affrontano maggiori rischi di povertà in età avanzata rispetto agli uomini. Il divario di genere nelle pensioni in tutta l’UE è considerevole: pari al 38% in media nella UE.
Questo divario dipende oltre dalle classiche situazioni dovute alla maternità e al mercato de lavoro, ma anche per riflettere su come questo divario si riferisce a più ampie disuguaglianze di genere esistenti nei diversi stati membri che non hanno una normativa omogenea., mentre invece molto si è fatto sul lato dei bilanci dei paesi comunitari. Le politiche di austerity conseguenti hanno costretto i vari paesi, specie quelli dell’area mediterranea della UE ad assumere decisioni impopolari che come prospettiva potrebbero aumentare invece che diminuire le differenze.